Nel corso del programma “Radio Madiagol” é stato protagonista l’ex allenatore del Palermo Rosario Pergolizzi. Il tecnico, nel corso dell’intervista, ha mostrato non soltanto il suo lato da allenatore ma anche quello da uomo. Si è discusso della squadra attuale ma anche di quella passata, per finire, poi, al suo addio “in silenzio”. Ecco le sue splendide parole:
Pergolizzi all’inizio della chiacchierata ha parlato del suo perno in mezzo al campo Malaury Martin, protagonista anche ieri contro la Ternana: “Martin é un ragazzo straordinario anzitutto, questo voglio sottolinearlo. Un giocatore che a me ha dato tanto, lui come tutti a dire la verità. Se può giocare in un centrocampo a 2 o a 3? Non lo so, penso che possa giocare in qualsiasi modo, ripeto l’anno scorso avevo un gruppo straordinario, di uomini veri e di questo ne vado fiero”.
Si è parlato anche di Santana: “Non so quello che darà quest’anno perché non vivo più dentro lo spogliatoio, ma posso dire quello che ha dato a me: tantissimo. Ha cambiato me calcisticamente e come uomo. É un giocatore straordinario dal punto di vista umano e non solo”
La squadra attuale. All’ex tecnico é stato chiesto cosa secondo lui manca a questa club per essere competitivo per la promozione diretta: “Tutti volevano L’attaccante da 20-25 gol, ma in realtà io credo che questa rosa sia stata costruita davvero bene. Ci sono tanti giovani forti in difesa e a centrocampo e in attacco credo che pure la squadra sia attrezzata. Credo che faranno bene tutti. Credo che un allenatore abbia una buona squadra tra le mani quando può fare tante scelte e credo che il Palermo sia una di quelle squadre, in cui puoi far ruotare tanto i giocatori”.
Il tecnico, che ieri ha compiuto 52 anni, ha ricevuto tantissimi messaggi di stima e affetto da parte di tantissimi tifosi che hanno chiesto del suo addio in rosanero durante la trasmissione radio: “Ho vinto il campionato primavera qui e me ne sono andato in silenzio, ho vinto il campionato di Serie D e me ne sono andato sempre in silenzio. Sono palermitano, sono cresciuto in questa terra e i miei genitori sono qui, non potevo andarmene certo felice da questa avventura. Mi sono rotto un tendine durante il campionato, ma sono sceso sempre in panchina. Ho sempre messo il Palermo davanti alla mia stessa salute, poi è normale – conclude il tecnico – che ci sono alcuni a cui non piace l’allenatore, il suo aspetto comunicativo, tecnico o personale, ma fa parte del gioco”.
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