Protagonista assoluto delle ultime prestazioni rosanero, incorniciate da due gol, che suonano come una rinascita e un’altra ottima gara contro il Potenza: Andrea Saraniti, si è preso il Palermo.
Con rammarico, afferma al Corriere dello Sport in un’intervista: “Avrei potuto sfruttare meglio le occasioni, è mancata un pò di “cattiveria”. Stiamo facendo grandi cose, ci siamo ripresi i punti che abbiamo lasciato a causa del virus e di un avvio incerto“.
Per il Palermo ricomincia adesso un altro tour de force con 4 partite in soli 11 giorni, a cominciare dalla sfida di domani con la Turris: “Il campionato è un po’ falsato, una settimana più tranquilla ci serviva come il pane, ora non possiamo mollare. A Palermo siamo condannati a vincere. Il nostro obiettivo? Come minimo i play-off. Il gol è per me liberazione, se serve poi a determinare il risultato la soddisfazione è massima”.
Più paura di Ternana, Teramo o Bari? “Di noi stessi. L’esperienza del virus ci ha lasciato un segno indelebile però abbiamo imparato a conoscerci. Siamo lanciati, però bisogna tenere la testa bassa e pedalare. Giocando così, il problema siamo noi, non gli altri, nel senso che dobbiamo mantenere alti gli standard di rendimento”.
Un passato particolare in famiglia. La mamma lo voleva tennista, il papà gli aveva assicurato un posto in banca, ma lui aveva solo un sogno in mente: fare il calciatore. Comincia a muovere i primi passi nella scuola calcio di Schillaci: “Persona squisita, facevo molti gol, ho ricevuto da lui tanti complimenti“.
Il suo soprannome, lo Zingaro, lo accompagna sempre, proprio per il suo cambiar sempre maglia. Poi l’amore per Rosita arrivato a ventitré anni: i due decidono di convivere, lei troppo piccola all’epoca, una scelta che non piace al suocero. Un rapporto che viene però consacrato con il matrimonio nel 2017 e due bambine, Aurora e Alice.
“Vivevamo in una casa di 35 mq con letto, cucinino e bagno, qualche mensola e tendina. Però felici. I giovani di oggi non hanno quello spirito di sacrificio che mi ha consentito di approdare in piazze prestigiose, vincere e arrivare a Palermo“.
Un sogno di Saraniti è ritornare in serie A, lui che l’ha conquistata ma mai goduta davvero. “In qualcosa avrò sbagliato; ho contribuito alla promozione, Liverani mi ha dato fiducia ma a quanto pare avevo fatto il mio tempo. Vuol dire che non ero pronto per il palcoscenico della serie A“.
Non mancano idoli per Saraniti e non sono nomi altisonanti, uno è Giorgio Corona, l’altro Caracciolo: “Sembrerà strano ma ho avuto due modelli: Giorgio Corona e Andrea Caracciolo: ho visto tanti campioni passare da Palermo e mi piacevano le punte di peso come Amauri, Toni, Cavani e appunto Caracciolo. Io ho sempre pensato di seguire le orme di Corona. La nostra storia è simile. Sono ancora in tempo per la A, non mi pongo limiti, potrei farcela tra un paio d’anni,mi basterebbero soltanto cinque, dieci presenze. Sarebbe la favola che si realizza“.
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Palermo, il gol non è più un problema
Palermo-Turris, dirige Galipò. A Messina non ne hanno un bel ricordo…
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