Sicilia promossa, diventa gialla ma gli esperti frenano: “E’ un azzardo”.
Gli esperti del comitato tecnico scientifico bocciano l’attenuazione delle restrizioni decisa da Roma.
Cosa cambia. Le norme si allentano – Tornano i tavoli – Riaprono al pubblico bar, ristoranti e pasticcerie, che da domani possono ricevere clienti, ma fino alle 18, poi solo in modalità asporto fino alle 22.
Gli spostamenti – La circolazione dei cittadini è libera, senza bisogno dell’autocertificazione, in tutta la Regione. Le regole per i territori in zona gialla prevedono il “coprifuoco” notturno, dalle 22 alle 5.
Scuole e trasporti – Mezzi pubblici con capienza al 50%, chiusura per musei, cinema e teatri, e anche per i centri commerciali nei festivi e prefestivi. La didattica sarà a distanza dalla prima superiore.
Questo i titoli di Repubblica, oggi in edicola.
Dietro alla decisione di inserire la Sicilia nella zona gialla si cela una grande paura: abbandonare l’area arancione rischia di gettare in aria i risultati ottenuti con le restrizioni. Lo dicono, senza girarci intorno, gli esperti del comitato tecnico scientifico regionale che il governatore Nello Musumeci ha annunciato di voler ascoltare nelle prossime ore.
Questa l’apertura dell’articolo di Giorgio Ruta che sottolinea come oggi il governatore Musumeci incontrerà gli esperti e dovrà anche risolvere un dubbio: lasciare chiusi i negozi la domenica o adeguarsi all’allentamento delle misure di contenimento.
A convincere il Governo a promuovere la Sicilia in zona gialla, sono stati gli indicatori relativi all’indice di contagiosità (sceso in una settimana da 1,14 a 1,05) e i posti occupati in terapia intensiva o negli ospedali, al di sotto della soglia di rischio.
Sul fronte dei medici, moltissime perplessità sulla scelta del Governo nazionale.
Antonino Giarratano, professore di Anestesia e rianimazione: “Fanno una scommessa. Se va bene va bene, se va male torniamo rossi prima di Natale. Ma tanto dei morti e della pressione sugli ospedali non frega niente a nessuno“.
Bruno Cacopardo, direttore di Malattie infettive al Garibaldi di Catania: “Non condivido affatto questa promozione: è pericolosa, in questo momento in cui lentamente stiamo raccogliendo i risultati delle restrizioni. Giuro che qualche settimana fa il pericolo di far crollare il sistema è stato alto. In questo modo ci saranno nuovi contagi e quindi nuove persone che dovranno andare in ospedale. E lì, però, troveranno chi ha contratto la malattia due-tre settimane fa”.
Soddisfatto Musumeci che tuttavia ci tiene a precisare come non sia un liberi tutti ed assicura lo stesso impegno messo in campo da inizio pandemia.
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