“Amo la mia città ma il club mi ha fatto piangere. Quando lo sfido…”
“Giocavo per strada. Poi Zammitti, il padre che non ho mai avuto, mi ha notato e portato alla scuola di Schillaci”
“Ho due A tatuate,manca la terza…Verona da sogno.Palermo, perché?”
Questo il titolo della Gazzetta dello Sport , oggi in edicola
Intervista molto interessante realizzata da Nicola Binda con Antonio Di Gaudio palermitano classe ’89 ma mai eroe in patria.
Di Gaudio racconta dei suoi primi calci al pallone, della sua vita a Borgonuovo e di quando giocava nella primavera del Palermo e gli fu detto di smettere.
Ricorda con grande amore mister Salvatore Zammitti del Ribolla, definendolo quel padre che non ha mai avuto. Forse la sua carriera si deve proprio a Mister Zammitti che dopo la bocciatura con il Palermo, grazie ad i suoi agganci lo portò al Carpi da dove è iniziata la sua straordinaria carriera.
Racconta della sua esperienza con la Primavera del Palermo e di quando, prima di partire per il ritiro, gli fu detto di smettere “Poi, prima di andare in ritiro con la Primavera, mi hanno detto che era meglio se smettevo. Avevo 17 anni, mi hanno ammazzato, ho pianto come quando è morta mia nonna …”
E’ sempre stato tifoso del Palermo al punto che scavalcava allo stadio con il fratello per vedere giocare Cappioli e La Grotteria e come tifoso del Palermo è ancora vivo il ricordo del gol fatto al Catania l’anno della promozione in A con il Carpi: “Avevo fatto 62 accrediti per i miei amici di Palermo, sono venuti a Catania con un pullman e allo stadio hanno fatto un settore tutto per loro. Ho segnato e sono corso da loro, emozione unica…“.
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