Questa mattina riflettevo sul fatto che Mirri appare stretto tra due alternative fra cui non è facile decidere. L’imprenditore palermitano si è inconsapevolmente trovato alle prese con una situazione che ha quasi del paradossale, come se si fosse infilato, introdotto in un vicolo cieco da cui adesso è difficile uscirne fuori indenni. È come se Mirri fosse stretto fra due proverbi siciliani e cioè “30 e due 28” , (espressione tipica ed esclusiva dei palermitani per intendere che ormai arrivati a un certo punto tanto vale andare fino in fondo) e l’altro proverbio che recita “meglio perdere che straperdere”. Domani infatti scade il diritto di prelazione per l’acquisizione della società e l’imprenditore palermitano deve decidere se passare la mano a Foschi o rilanciare versando altri 2.3 milioni nelle casse rosanero assicurandosi altri 4 anni di concessione pubblicitaria. E non è una decisione semplice da prendere perché nel primo caso, cioè abbandonando la partita, se Foschi e la De Angeli non trovano nel giro di pochi giorni i soldi per il pagamento degli stipendi, il Palermo va incontro alla penalizzazione e quindi compromette notevolmente la sua promozione in serie A. E senza Serie A non c’è futuro per questa società.
Dunque Mirri rischierebbe di perdere i 2.8 milioni versati a febbraio.
Seconda ipotesi: Mirri versa altri 2.3 milioni e si concede un lungo periodo di tempo per trovare un nuovo acquirente per la società. Anche questa operazione é comunque un nuovo investimento al buio. Un bell’ incastro, non c’è che dire; mollare tutto con il rischio di perdere o rilanciare con un nuovo investimento anche questa volta al buio come il precedente?
Ma c’è una terza ipotesi che consentirebbe a Mirri di dormire sonni più tranquilli e cioè che, come più volte dichiarato, nel momento in cui scade l’opzione all’ imprenditore palermitano il presidente Foschi ha pronte una o due soluzioni importanti per la definitiva cessione societaria. Ciò consentirebbe a Mirri di salvare il suo investimento ed al Palermo di avere un un futuro più stabile.
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