Odio e odierò per sempre il frosinone e quel tizio di nero vestito dal nome di la penna (entrambi volutamente scritti in minuscolo), ma anche i “giudici” della giustizia sportiva che ci hanno mortificato e preso in giro. Ma sei impazzito vi chiederete? E come mai ti viene in mente una cosa del genere quando dovresti pensare solo che siamo ad un passo dalla scomparsa? Ho appena rivisto una mia foto, disperato, al termine della partita del sedici giugno 2018 e questo è stato il mio primo pensiero e sapete perché? Perché quella maledetta sera di giugno dello scorso anno ha cambiato per sempre la nostra storia. Certo con i se e con i ma, direte, non si fa e non si è mai fatta la storia. Potenzialmente è vero ma stavolta c’è qualcosa che mi fa pensare in modo diverso. Se dopo il 16 giugno del 2018 fosse finita così come la Giustizia, si quella con la G maiuscola, avrebbe imposto che finisse, oggi staremmo qui a raccontare una storia diversa. Magari quella di una nuova retrocessione in serie B ma di certo non quella di una triste e dolorosissima scomparsa del calcio in rosanero. Quel mancato ritorno in serie A che avremmo meritato anche per le porcate, ma si chiamiamole con il loro nome mettendo dal parte il politically correct, che abbiamo subito, avrebbe permesso al Palermo di continuare a vivere. Quei cinquanta milioni di euro, o giù di lì, avrebbero probabilmente consentito a quello che oggi possiamo tranquillamente definire il nostro carnefice di risanare del tutto o quasi i bilanci e magari di togliere davvero il disturbo. Ma soprattutto non ci avrebbe fatto conoscere i “simpatici” inglesi, like a kick in the balls per restare in tema, e soprattutto gli onesti e specchiati campani, con un pizzico di sangue siciliano, che ancora adesso fatico a capire perché abbiano fatto quello che hanno fatto, certo che avremmo meritato ben altro.
O quantomeno lo avrebbero meritato i tifosi quelli veri, quelli che saranno anche pazzi ad avere una “malattia” chiamata tifo ma che non fanno male a nessuno se non, al massimo, al proprio sistema nervoso. Quelli che davvero soffrono, si arrabbiano e stanno male per la propria squadra. Non quelli, e sono tanti purtroppo, che sono stati tifosi a convenienza, che sono andati allo stadio quando faceva figo andare al Barbera, quelli che almeno così avevano qualcosa di cui parlare. Quelli che oggi ridono e scherzano non capendo, volutamente, il dramma di chi invece crede in due soli colori, quelli che rappresentano la propria città e l’orgoglio di essere Palermitani. Perché si Palermo avrà mille difetti e centomila problemi ma, per chi la ama visceralmente, è la città più bella del mondo e il rosa ed il nero sono, anzi erano, gli unici colori nel mondo del calcio che conta.
Io che ho amato il Calcio, quello con la C maiuscola oggi posso dire che odio il calcio quello del frosinone, di la penna e di tutti quelli che ci hanno preso in giro e fatto sparire nuovamente il mio Palermo. Forse siete riusciti a guarirmi dalla più bella delle “malattie” ed io vi odio per questo, non volevo guarire volevo solo continuare a piangere e gioire per la mia squadra del cuore senza far male a nessuno se non, evidentemente, a me stesso, al mio fegato e al mio cuore rosanero.
Bellissimo questo articolo dell’amico Fabio che condivido e sottoscrivo. Mi ha fatto emozionare ed arrabbiare…ancora di più.
Carlo Cangemi
Fabio anch’io sono guarito da questa splendida illusione che è stata la ragione della mia vita per tantissimi anni. Nei momenti di sconforto pensavo al mio pensiero felice, il Palermo e tutto tornava sereno nel profondo del mio cuore. Adesso sono veramente guarito e senza più parole.
L’articolo è molto bello ma non dobbiamo guarire dalla nostra malattia. Ripartiremmo dalla D (se il Sindaco ne sarà capace) come hanno fatto in tante altre città. La categoria non mi interessa, avremo un altro nome e un altro stemma ma sempre forza Palermo!!!
Ho rivissuto la radiazione del 1986. Avrei voluto non farla, ma ora a 57 anni, dopo aver visto Palermolimpia, per la mancanza del mio Palermo, C/2, due anni a Trapani per la C/1, con il secondo anno a fare la spola da Siracusa, perché lavoravo lì e tutto il resto degli anni seguenti, sempre presente allo stadio, non so se continuerò a seguirlo. Per ora la botta è forte, la settimana passata è stata orrenda. Forza PALERMO sempre.
Io sono nato a Palermo da genitori trapanesi. Ho vissuto fino a 43 anni anni a Palermo e da 14 anni vivo a Trapani. Ho sempre tifato Palermo e Trapani. Questa fine in serie d del Palermo mi addolora. L’articolo mi ha commosso.