“Sulla vicenda marchio ci ho capito poco e credo che chi l’ha pensata l’ha studiata apposta per non farla capire”
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola
Nel suo articolo Valerio Tripi analizza la lunga intervista rilasciata ieri da Dario Mirri che comunica di avere ricevuto tutte le carte richieste tranne due documenti il DURC e una certificazione del Agenzia delle Entrate e, scrive il giornale, non sono documenti da poco in considerazione del fatto che adesso i guadagni delle plusvalenze vanno tassati attraverso l’applicazione dell’irap e che il Palermo in tutti questi anni ha accantonato, scrive il giornale “…ha accantonato, ma non versato, l’Irap forte del fatto che il parere del legislatore sarebbe stato favorevole. Adesso però rischia la mazzata, anche perché i fondi accantonati, che non sarebbero sufficienti a fare fronte al bisogno, sono stati utilizzati per altro”.
Mirri si sofferma poi sulla questione del marchio ammettendo di non averne capito granché e su queste ed altre carte Sagramola e il suo stato stanno lavorando augurandosi di completare il lavoro in un paio di giorni.
Mirri chiarisce la clausola dei 5 milioni inseriti a contratto dicendo che se lui o chi per lui vuole comprare il Palermo e Foschi o la De Angeli non vogliono cedere la società automaticamente devono riconoscergli 5 milioni di euro.
Altro chiarimento è relativo al pagamento degli stipendi di marzo per cui si era ipotizzato che nel contratto i Mirri dovessero farsene carico. Il proprietario della Damir riferisce che è solo una possibilità ma non un obbligo e che in ogni caso lui avrebbe difficoltà a uscire quest’altro denaro perché significherebbe che non avrebbero trovato un compratore per cui dichiara “...non avrebbe senso pensare ad altri quattro anni di concessione per una società che rischia di non esserci più fra sei mesi“.
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