Non mi interessa di York Capital o di Arkus Network, almeno fino a lunedì. Penso solo al Benevento ed alla delicatezza di questa trasferta, l’ennesima della mia carriera.
Capisco e comprendo lo sdegno e la confusione dei tifosi, sballottati tra York Capital, Ferrero, Macaione e adesso la Arkus Network.
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Voci che si inseguono, si smentiscono a vicenda, il tutto col dubbio di qualche furbesco depistaggio. Molti vivono di certezze, beati loro. Io no, ho fatto del dubbio una delle ragioni della mia vita.
Le informazioni che mi giungono mi confondono; le mie stesse fonti sì contraddicono. Siccome non ho certezze, non avanzo ipotesi. Mi limito ai fatti e cioè al nulla. Quindi basta, personalmente ho deciso di aspettare un documento firmato prima di credere a qualcosa ed esultare per il bene del Palermo. Mi fermo un attimo.
Ovviamente giornalisticamente continueremo a pubblicare notizie ed informazioni, ma sarà solo rassegna stampa o il parere di qualche esperto opportunamente interpellato.
Io personalmente non voglio azzardare, non voglio inciampare in nessun giochetto.
Dopo gli inglesi è meglio non fare previsioni, non avere certezze.
Circondato da informazioni che possono essere vere o semplicemente strategiche, preferisco la realtà ed in questo momento la realtà si chiama Benevento che ritengo sia la cosa più importante su cui concentrarsi in queste ore perché da lì potrebbe passare mezza promozione.
Il resto è fumo, nebbia, incertezza. Un film già visto che mi riproietta ai tristissimi giorni degli inglesi, banale messinscena studiata a tavolino.
È evidente che Foschi, se ha qualcosa di concreto per le mani, non lo viene a dire certamente in queste ore. Fa parte di strategie calcistiche comprensibili.
Ma siccome il palermitano è abbastanza bruciato dagli ultimi mesi di menzogne e pagliacciate, gli consiglio di restare solo sulla partita che è la cosa più concreta.
Riflettere se sia meglio Falletti o Trajkovski o se sia giusto tenere in panchina Moreo che nelle ultime partite è sembrato l’attaccante più in forma e forse anche con più voglia di fare.
Fermarsi a pensare se anche un pareggio possa andare bene o se bisogna andare a fare la guerra in quel di Benevento per provare a vincere e staccare forse mezza promozione.
Limitiamoci a queste domande, a questi dubbi, a queste incertezze che sono già abbastanza complicate e complesse. Con affetto, Carlo Cangemi
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