Tanto sole, caldo afoso, ma le due squadre non si sono certo risparmiate. Palermo-Catanzaro è stata una partita bella, intensa e con molte occasioni da una parte e dall’altra. Un match che, nonostante le pressioni della vigilia per entrambe le squadre e i punti pesanti in palio, si è giocata a viso aperto, senza pressioni.
Primo tempo a due volti
Il primo tempo è stato a due volti, con la prima metà a favore dei rosanero e la seconda, positiva per il Catanzaro. Tanti palloni in verticale per la squadra di Filippi che, una volta recuperato il pallone, cercava subito la profondità. Così, è nata una delle occasioni più ghiotte del primo tempo: palla in avanti di De Rose (un lancio di circa 40 metri) e Brunori che da posizione defilata non è riuscito a trovare l’angolino alla destra del portiere avversario. Qualche altra fiammata e bella giocata, ma nessun’altra occasione per i rosa almeno nei primi 25′.
6° rigore amaro, Brunori non si sblocca
Poi sono stati gli ospiti a prendere campo, con qualità e ritmo e un Palermo, che invece si è abbassato troppo cercando di difendere gli attacchi avversari. Una scelta legittima, contro una delle favorite alla promozione. Al 38′ i calabresi hanno sfiorato il gol con Carlino, che ha sfruttato una respinta corta di De Rose calciando però fortissimo sulla traversa con Pelagotti fermo a pregare. Al 44′, poi, l’occasione più importante del primo tempo; fallo ingenuo su Brunori e calcio di rigore per i padroni di casa. L’attaccante di proprietà della Juventus colpisce il palo e viene rincuorato (neanche troppo) dai suoi compagni di squadra. Il 6° rigore concesso ai rosanero in 6 uscite stagionali non va a buon fine e il risultato si è chiuso sullo 0-0 a fine primo tempo. Si tratta del 2° rigore sbagliato dopo quello di Floriano nel derby contro il Messina (2° giornata di campionato).
Sfortuna, ma anche poca cattiveria
Non una domenica da ricordare per Brunori, sostituito al 63′ da Soleri. Anche Almici, all’intervallo, è stato sostituito da Giron, protagonista nelle prime 3 giornate di campionato. Il secondo tempo è ripartito a ritmi alti, esattamente come era iniziato e finito il primo. Nei secondi 45′ i rosanero hanno giocato di più nella metàcampo avversaria. Al 57′ Fella segna con un bel sinistro a tu per tu con Branduani ma il gol viene annullato dal direttore di gara per un fuorigioco. Al 65′ occasionissima per Dall’Oglio che raccoglie in modo sporco un traversone di Soleri ma Branduani salva tutto proprio sulla linea di porta. Sfortuna, ma anche poca cattiveria sottoporta, marchio che aveva accompagnato l’era Boscagliana.
Partita bella, combattuta, ma sorride il Catanzaro
La partita è diventata, col passare dei minuti, nervosa e spezzettata: tanti falli, tante proteste, molta frenesia e nervosismo. Il preludio, allo 0-0, che accontenta di più il Catanzaro. Non si può rimproverare molto al Palermo, se non la poca cattiveria mostrata, a volte, quando la palla scottava e il vantaggio, chiamava. Nei 6′ di recupero concessi dal direttore di gara, c’è stato spazio per un’ultima occasione: Soleri, dopo essersi liberato dell’avversario ai limiti della regolarità, mette in mezzo il pallone ma dentro l’area non c’era praticamente nessuno. Il seguente fallo su Cianci ha chiuso praticamente il match. Una partita bella, combattuta, tra due squadre forti, ma nessun vincitore.
Nessun processo, Brunori deve stare tranquillo
Una gara “maschia” sopratutto negli ultimi 15 minuti (recupero compreso). Un Palermo bello, ma poco concreto. Un Brunori forte, ma forse troppo pressato dalle parole di Filippi in conferenza stampa: “È il giocatore più forte del campionato” aveva detto il tecnico di Partinico. Diciamo che forse ha un po’ esagerato, al di là del rigore fallito questo pomeriggio. Per il resto, inutile fare processi: Brunori farà i suoi gol in questo campionato, deve soltanto stare tranquillo. Il Palermo, invece, un po’ meno. Adesso si devono fare punti, in qualsiasi modo. Silipo, forse, poteva entrare un po’ prima e non perchè il pubblico lo chiedesse a gran voce, ma perchè è il giocatore più tecnico della squadra e sarebbe ora che qualcuno lo capisse.
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