Fabrizio Miccoli, dopo la sentenza definitiva ricevuta ieri, ha deciso di costituirsi quest’oggi al carcere di Rovigo. L’ex calciatore rosanero è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per le vicende che lo hanno visto coinvolto qualche anno fa: estorsione aggravata dal metodo mafioso. Circa dieci anni fa, infatti, si era rivolto a Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa Antonino nonché anche lui condannato e già in carcere per scontare la pena di 7 anni, per richiedere la restituzione di un credito di 12 mila euro.
Le vicende che lo hanno visto legato alla figura di Mauro Lauricella sono arrivate alla loro conclusione dopo anni di inchieste e udienze in tribunale. A figurare tra gli atti a margine di queste ultime erano state anche le intercettazioni telefoniche in cui l’allora calciatore diffamava la memoria del giudice Giovanni Falcone. Proprio ieri la Cassazione ha emanato la sentenza che presto avrebbe inevitabilmente portato all’arresto di Fabrizio Miccoli.
Miccoli, confermata la condanna in Cassazione: la pena definitiva
Tuttavia l’ex giocatore ha deciso di costituirsi, anticipando l’ordine di esecuzione firmato dalla Procura di Palermo. Secondo le dichiarazioni dell’avvocato Antonio Savoia, che assiste l’ex rosanero, quest’ultimo avrebbe deciso di recarsi a Rovigo, e non a Lecce, dove risiede, per allontanarsi da tutti, vista la difficile situazione. Come afferma il legale, Fabrizio Miccoli infatti è distrutto per la sentenza definitiva arrivata ieri sera, che ha portato ad una conclusione che sicuramente non si auspicava. I risvolti di questa vicenda sicuramente non sono dunque a lieto fine. L’immagine di un ormai ex bomber esce “sconfitta”: sarà costretto ad affrontare le conseguenze del suo passato.
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